A Livorno la situazione delle scuole di ogni ordine e grado continua ad essere drammatica.
Una settantina di giovani che intendevano iscriversi alle prime classi del Liceo “Cecioni” si sono visti respingere la richiesta per motivi di spazio; l’edificio che ospita la scuola dell’infanzia e quella primaria in Piazza XI Maggio è in tali condizioni di degrado da mettere in pericolo la sicurezza di chi lo frequenta.
Sono solo i due ultimi episodi, che chiamano direttamente in causa l’amministrazione provinciale e quella comunale. Per problemi di edilizia scolastica e insufficienza di spazi si nega l’accesso allo studio e l’esercizio della scelta a chi si indirizza verso un istituto superiore. Per i medesimi problemi si mette a repentaglio la sicurezza di bambini che vivono quotidianamente per molte ore una situazione di esposizione a rischio e insalubrità contro cui da tempo inutilmente sono stati sollecitati interventi.
Tutto questo in una situazione in cui, con l’emergenza Covid, le questioni relative all’adeguamento degli spazi dovevano essere trattate con particolare attenzione e su cui dovevano concentrarsi investimenti particolari. Niente di tutto questo. Da anni l’edilizia scolastica a Livorno è ferma e il patrimonio esistente non riceve adeguata manutenzione; le scuole superiori da anni devono ricorrere a rotazioni o sono costrette a mangiarsi spazi l’una con le altre, mentre in alcuni casi si è addirittura sperperato risorse affittando spazi da privati e favorendo la speculazione.
Nell’ultimo anno, che doveva essere a maggior ragione sostenuto da interventi e risorse, l’emergenza scuola è stata gestita in modo improvvisato e superficiale da governo, autorità locali e dirigenti scolastici. A fronte dell’impegno quotidiano di lavoratrici e lavoratori per far funzionare le scuole, ma anche alla puntuale denuncia delle disfunzioni e dei problemi, si è risposto con la riduzione del diritto di sciopero, che ha visto la vergognosa connivenza di alcune sigle sindacali rilevanti. La retorica della ripresa in presenza non è stata sostenuta da misure di reale sicurezza e la didattica a distanza continua ad essere usata come misura ordinaria per rispondere a problematiche che andrebbero risolte in un modo solo: riducendo il numero di alunni per classe, aumentando spazi e personale.
Mentre si aspettano i soldi dall’Europa, non si fanno nemmeno quei lavori che potrebbero migliorare la funzionalità delle scuole e un po’ di occupazione in più. Al governo e alle forze politiche interessano solo le grandi opere e il flusso di denaro da esse generato.
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario appoggiano tutte quelle mobilitazioni dal basso volte alla tutela dei diritti di tutt* e al libero accesso ai servizi. I governi, nazionali e locali, faranno quello che è necessario solo sotto la pressione dei diretti interessati, lavoratrici e lavoratori, studenti, cittadini.
Solo la lotta paga.
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese